30/11/07

Il calcio in bocca




Il blog è nuovamente a lutto, questa volta per la scomparsa di Adriano Lombardi, per chi non lo conoscesse mitico capitano dell'Avellino degli anni '70 e '80, e successivamente divenutone allenatore.

Senza facile retorica, questa è l'ennesima morte che dovrebbe farci riflettere realmente su un mondo dorato solo in apparenza come quello del calcio. Lombardi è infatti l'ennesima vittima del cosiddetto morbo di Lou Gehrig, ovvero la S.L.A. (Sclerosi Laterale Amiotrofica).



La categoria dei calciatori presenta un tasso di casi da S.L.A. ben 5 volte superiore alla media mondiale, e non mi vengano a dire che è colpa degli ultras violenti pure stavolta...


Continuano a prenderci in giro, a dire che il doping nel mondo del calcio e nello sport in generale non esiste. Il ciclismo è divenuto solo il capro espiatorio, ormai si associa la parola doping agli uomini sui pedali sul Mortirolo, chiudendo bellamente gli occhi su un fenomeno estrememante più ampio, ma tenuto gelosamente nascosto per motivi di interesse.



Tempo fa ascoltai per radio l'intervista ad un medico della Unione Internazionale Ciclismo, ed egli intervenne con una frase tanto banale quanto ovvia:"Nel ciclismo continuano ad emergere casi di doping semplicemente perchè si fanno controlli che altre Federazioni sportive si rifiutano di effettuare, forse perchè non c'è la volontà reale di sconfiggere il fenomeno", il che lascia spazio a ben poche interpretazioni.




Anche noi sappiamo in coscienza che non è possibile che persone "normali", seppur ben allenate, possano sopportare stress fisici come il calcio moderno impone senza risentirne. Lo sappiamo, ma ci illudiamo che non sia così, per non "rompere il giocattolo pallone".

Ma siamo poi pronti ad indignarci e commuoverci per storie come quelle di Gianluca Signorini, capitano del Genoa e scomparso qualche anno fa, anch'egli affetto dal morbo di Gehrig.

Con questo non voglio mettermi a fare il moralista del cazzo, urlando al boicottaggio del calcio, ci mancherebbe... Anche perchè a questo punto non si dovrebbe seguire alcuno sport, non avrebbe senso. Ma cerchiamo di avere piena coscienza dei fatti, non omologandoci alla massa dei benpensanti che negano ogni cosa.
Riguardo a tale argomento, qualche anno fa Report realizzò uno straordinario servizio che sono andato a scavare. Se volete leggerlo, il link è questo:
E' disponibile anche l'intera puntata in streaming, e ve la consiglio se non avete avuto prima la possibiltà di vederla:
E speriamo che da noi Lavezzi e compagnia siano trovati positivi esclusivamente alla 'nzogna e all'impepata di cozze...

1 commento:

Arek' Fu ha detto...

Non è per fare lo scassacazzo, ma perché quest'idea del boicottaggio del calcio (o del ciclismo, o del basket, o del tressette) sarebbe così insensata? Il tifoso è un consumatore. Non sceglie la formazione che va in campo e non elegge i dirigenti della propria squadra; tutto ciò che fa è versare soldi nelle casse della propria squadra (e in quelle delle altre) e spesso non ha nessuna consapevolezza dell'importanza di questo gesto.

Posso io, consumatore, impedire alla Nestlé di sfruttare i bambini ivoriani per raccogliere il cacao? Posso impedire alla Nike di far cucire i palloni ai bambini del Bangladesh? No. Posso solo evitare di comprare i loro prodotti, perché è l'unico diritto civile che mi resta da quando sono stato degradato da cittadino a consumatore.

Io credo che un boicottaggio sia l'unica azione sensata. Anche se probabilmente non cambierà niente, almeno non avrò finanziato il doping e avrò la coscienza (un po' più) tranquilla.

E poi, non ci crederete mai, ma si vive benissimo anche senza pallone ;-)

Per farmi perdonare della vena polemica, vi segnalo questo collegamento... so benissimo che piacerà molto a qualcuno di voi.

Pace e bene.