18/02/13

ci mancherebbe altro...

il classico dei classici,la fetecchia di routine, il solito ritornello stonato. mentre scrivo mi chiedo: ha senso postare sull'ennesima occasione persa? qualcuno ha tenuto il conto di quante occasioni abbiamo buttato nella latrina in questi ultimi 2 anni? io no, ma so che sono troppe. accontentiamoci ragazzi, non possiamo fare altro. tanto, ormai conosciamo fin troppo bene i limiti di mazzarri e della squadra, ormai è chiaro che non ci si può far niente. penso che nessuno di noi creda in un'inversione di tendenza e in qualche altro insperato colpo di culo da qui alla fine del campionato. guardare oltre? guardiamoci alle spalle, piuttosto. facciamo molta attenzione al milan, che come presagivamo è in preoccupante risalita. Per il resto, appelliamoci a o munacone e riproviamoci pure con san gennaro, non si sa mai. FORZA NAPOLI

2 commenti:

Minchiosauro ha detto...

Nell'ultima settimana non ho potuto collegarmi.Ma sapevo che avrei trovato scritto ciò che pensavo.E scritto bene.Bellicapelli,per quanto riguarda l'europa,continua con quella vaccata di far giocare le riserve e quando le cose si mettono male(sempre)far entrare i titolari: l'opposto che farebbe un qualsiasi allenatore di buon senso.La cosa che mi fa incazzare è: dico io,provare a vincere l'europa league non è cosa da niente perchè porti almeno un altro trofeo a casa.E poi c'è la questione del ranking,come ha fatto notare Zio Fiore.Riguardo la partita con la Samp,Mazzarri non si è smentito.Dice che non si lamenta e poi dà la colpa al campo.Ma ci giocavamo solo noi su quel campo o anche quelle merde dei ciclisti?Peccato,ci potevamo togliere lo sfizio di far salir ancora di più la nervatura a conte e ai rubentini....a ciò si aggiunga l'intimidazione ad Hamsik(perchè di quello si è trattato)....chissà chi è e che cazzo vuole....Come sempre,il peggior nemico del napoletano è sè stesso.In qualsiasi ambito

Massive ha detto...

Sono tristemente d'accordo! Ragazzi siamo davvero una squadra con un carattere di cartone...mannaggia la morte