29/04/13

essere napolisti: riflessioni storiche sulla nostra unica fede

corrono in questi giorni gli anniversari degli scudetti del napoli. sui portali del tifo azzurro è tutto un florilegio di immagini e momenti di repertorio che mi fanno venire i brividi, riportandomi alla mente delle scene e delle sensazioni indimenticabili. le ricordo come fosse successo 24 ore fa. ma qual'è il senso di questo post serale di un tifoso napoletano? l'amarcord di quei giorni trionfali per chi poi non ha più visto il bene? beh, wagliù, io potrei ricordarvi insieme al maestro fiore le emozioni di napoli-foggia ad esempio, ma la verità è che soprattutto negli anni più bui che abbiamo vissuto dopo i fasti maradoniani, la fede si è rafforzata sempre di più, contro tutto e tutti. E' proprio di questo che voglio scrivere: riascoltando i commenti dei vari necco e pizzul dell'epoca, si sottolineava quanto civili e pazienti fossero i tifosi napoletani in quegli anni: da ciucciariello terrunciello spaghetti-mandolino-pizza-pulecenella, diventammo una realtà fastidiosa per il resto d'italia. Il Nord tirò fuori tutto il suo razzismo ipocrita, ma anche la capitale, rosicona come nessuno, ci si scagliò contro. E, ahimè, anche una certa parte del sud invidioso e in ombra - cioè i veri terroni leccaculi - faceva a gara per distaccarsi dall'identificazione napoli-sud. Certo, erano bei tempi quelli in cui le poche persone intelligenti apprezzavano l'atteggiamento pacifico dei nostri tifosi, anche se noi sappiamo bene quanto Palummella & co. c'abbiano magnato e giocato sporco. Nell'anno del secondo scudetto un'intera nazione si scagliò contro l'argentina durante i mondiali solo perchè rea di essere la nazionale di diego armando maradona, simbolo del napoli e re di napoli. roba da vergognarsi da lì all'eternità. fu quello l'inizio del nostro destino di tifosi napoletani (come me) e di napoletani (come molti di voi): i più odiati, i più vessati da manifestazioni razziste e becere. E ancora ricordiamo le parole profetiche di diego al riguardo. Insomma, odiati e attaccati in ogni dove, al di là di qualsiasi ragione e logica. Negli anni la nostra tifoseria non poteva non passare dal ghandiano e flower power "noi amiamo tutti" al "noi odiamo tutti". Cioè, da odiati a odiati e temuti. Nessuna tifoseria italiana, per quanto temibile possa essere, può permettersi di non fare i conti con la nostra. pensate ai laziali e ai romanisti che contro di noi si uniscono. Non sto inneggiando alla violenza, io detesto la violenza. Però io credo che nel corso degli anni le cose non potessero andare diversamente. E poi, siamo tifosi, non hare krishna. Tralasciando quest'aspetto, in quest'italia dell'ipocrisia, dove si salta sistematicamente sul carro del vincitore, dove si suole accanirsi sempre sulla croce rossa, dove si cerca sempre un capro espiatorio,dove l'ignoranza è una moda, io mi sento fiero di essere tifoso del Napoli. Mi sento antagonista, mi sento parte di un qualcosa che merita un grande riscatto in culo a tutto e tutti. Ecco perchè io spero che la società voglia finalmente e coraggiosamente farsi carico di queste grandi aspettative mai sopite e darci la soddisfazione di ridere dall'alto di tutta la lota che ci circonda. Ma la cosa fondamentale è la felicità che da sempre mi accompagna: quella nostra unica fede che si chiama NAPOLI. Di cuore, da un vostro cumpagniello di tifo e di blog

2 commenti:

Minchiosauro ha detto...

Puro vangelo,maestro.Mi son commosso!

borghetti ha detto...

siamo i ribelli della montagna
viviam di stenti e tanto patir
ma questa Fede che ci accompagna
sarà la Legge dell' Avvenir

(canto della Resistenza)

dedicato a tutti noi