Non so da dove cominciare, quindi invocherò la fess… ehm, la Musa ispiratrice che mi guidi a scrivere questo poema. Perché guagliù, sulle spiagge di Barcelona stanno dei filetti di platessa imperiale che… vabbè, ho detto tutto!
Partiamo da un flashback. Minuto 55 circa. Il punteggio è ancora sul 2-0, quindi c’e ancora un lumicino di speranza di riaprire la partita. Un boato impressionante del pubblico (98.000, il boato era impressionante anche per me abituato al S.Paolo!) saluta l’ ingresso in campo de “La Pulga” Messi, e io penso “oilloco, oì!”. Un minuto dopo, nell’ indifferenza generale, ma non mia, trase Gargano e io DICO “oilloco, oì!!!”. Infatti, al primo pallone che tocca, cosa fa il nostro? Mentre tutta la squadra sale cercando di segnare sto sfaccimma di punto della bandiera, il nostro gargamella malefico, con una giocata degna del miglior Rivera quando coi suoi proverbiali lanci di 40 metri pescava millimetrico la testa del bomber Pierino Prati, allo stesso modo, ma all’ indietro, serve con chirurgica precisione, cosa che non ha mai fatto, il liberissimo Messi. Che per fortuna ha un quasar di nanosecondo di incredulità che consente a Cannavaro, non dico di togliergli la palla, ma di metterlo a terra. Da quella punizione scaturisce il 3-0, e là ho visto purtroppo verificata la mia visione futura che mi aveva portato a scrivere quell’ immaginaria telecronaca di Barça-Napoli nel mio ultimo post di giugno. E se ho ragione, spero di no, in Europa ci attende un bagno di sangue…
Ma andiamo all’ inizio. Scusate se sono tornato mommò da BCN e non ho scaricato le foto, dovrete accontentarvi delle parole. Il primo giorno cerco di risolvere subito il “problema” biglietti, e sotto una calura opprimente mi avvio di buon mattino al Camp Nou. E là già ti rendi conto che il F.C.Barcelona è una vera e propria industria, un indotto che da lavoro a milioni di persone. Infatti, passati i primi tornelli, i biglietti non li vai a fare allo stadio (maestoso! Monumentale!) ma entri in un vero e proprio parco a tema, con: official store, bar, ristorante, parco bimbi, museo del club, fai la foto coi tuoi idoli di cartapesta, compra la cartigienica di Iniesta, etc, insomma una specie di Disneyland del pallone affollatissima ogni giorno dell’ anno di folle di turisti, magari anche americani e giapponesi che non sanno manco chi è Messi, e speriamo che a DeLa sia venuta qualche idea… In tutto sto bordello, dopo aver chiesto a non so quanti steward, in fondo giungo alla “taquilla”, una casupola adibita apposta a botteghino. Un cartello rigorosamente in catalano, che pure capisco, dice che un botteghino è stato adibito a Barça-Real di quella sera stessa, e l’ altro al Gamper. Quello del clasico de Espana ha una fila smisurata, ma pure la fila del gamper si difende, con qualche napoletano ammacchiato qua e là. Mi metto in fila pronto al peggio (“Guagliù, nun vuttate!”), ma niente di tutto ciò, mai fila fu più civile: ognuno a debita distanza, in silenzio, e dopo una mezz’oretta si materializza il sogno: 2 biglietti dei distinti (“Non vorrai mica portare Paolino in curva?”, ma la spagna non è come l’ italia) a 44,00 l’ uno, il bimbo non paga. Il sorriso ebete stampato in faccia durerà circa 24 ore.
Zompiamo i giorni di playa e fauna femminile ivi avvistata che pure meriterebbe un post, e veniamo al gran giorno. Metro verso le 17.00 stracolma di tifosi di entrambe le squadre mischiati. Ci scrutiamo con curiosità, come scienziati che avvistassero la prima volta una specie di bestie sconosciuta. Ma devo dire che già qua ci hanno dato una lezione. Mentre loro vanno TUTTI con maglietta originale da 90 euro, noi (me compreso) con le nostre vecchie e lise “Carraro infame” o la mia gloriosa “Napoli 1926” della serie C, facevamo proprio la figura dei sapunari! Fatemelo dire, alla prossima trasferta dovremmo noi tutti essere un po’ più stylish.
Scendiamo e ci fermiamo su Avenida Diagonal x una cerveza. Affianco a noi sono seduti 3 romani de roma tifosi del Napoli (pochissimi, ma esistono) e 2 catalani. Mi assale un dubbio: ma questi fanno come gli inglesi, che all’ ultimo secondo trovi il posto astipato, o so’ comm’ a nnuie che ti devi avviare alle prime luci dell’ alba? E lo domando ai vicini autoctoni, che mi guardano come a dire “ma da quale villaggio zulù sei sbarcato? Certo che il tuo posto è quello numerato, perché da voi come si usa?”. E io, con un po’ di vergogna, racconto le pittoresche usanze della nostra città, tra cui quel trasformista che entrò una volta come Giuseppe Martorelli e una volta come Danila Di Nella…
Poi, casualmente becco l’ hotel del Napoli da dove stanno uscendo i giocatori. Mi unisco alla folla a incoraggiare i nostri coi nostri cori. Questa è la cosa più bella dell’ essere tifoso, il ritrovarsi tutti insieme in una città straniera, ognuno che ha affrontato un viaggio e saltare e cantare insieme uniti dalla stessa fede pure se non ci si conosce… un delirio!
X dare l’ idea della maestosità dell’ impianto, il mio ingresso era dalla “boca” 136…Tutti gentilissimi, ho detto che nello zaino avevo i panini e mi hanno creduto sulla parola, “pase, pase por favor”. Se era in italia, pure che vedevano il bambino piccolo “aprite e fate poco lo spiritoso”.
Poi entri e il camposembra molto più piccolo di come te lo immagini, pare quasi da calcetto, forse perché non c’ è pista d’ atletica. Ma percepisci che la capienza è molto grande e pensi “ah, l’ avessimo noi un impianto così!!!”. Le tifoserie sono mischiate in ogni settore, attorno a noi famigliole catalane (si, molte donne e bambini) e una banda di 5-6 chiattoni napulitani.
Commenti prepartita…
Ovviamente tutti noi, tesi in volto, sapevamo di andare incontro a morte certa, l’ unico dubbio casomai sull’ entità del mazziatone, ma con un residuo di vocina del tifoso dentro di te che ti dice “hai visto mai, brasile-uruguay del ’50 o olanda-italia del 2000, per dire…” Tutti tranne un chiattone, che d’ora in poi chiamerò C.O. (chiattone ottimista) che VERAMENTE ci credeva e così pronosticava: “Totò, stamm a sèntere, mò te faccio vedè, o’ Napule, Innlèrr a’ fore e Cavani in contropiede, ce ‘e mmettimm dduie pallune e ppò llà overamente escono fòre e’ tore int’ all’ arena e c’ abbiamm a divertì!!!”. Sia fatta la tua volontà, o chiattone, penso. Poi siamo presi dalla presentazione del Barça. Una sfilata di mostri sacri. Poi Puyol e Guardiola tengono un discorso in catalano la cui sostanza è.: chist’ ann scassamm’ o’ cul a tutti quanti! Mi assale il terrore che anche DeLa debba tenere un discorso presentando Cannavaro e Aronica, ma x fortuna non è così.
Momento toccante della cerimonia è stato l’ inno del Barça. E qui occorre una digressione storica. Durante il franchismo la repressione contro i catalani fu particolarmente dura. Chiunque parlasse catalano in pubblico andava in galera, cosicchè lo si parlava solo dentro casa, in famiglia o tra amici fidatissimi. Provate a stare 50 anni senza usare il napoletano e capirete che ha passato questa gente.Quest’ inno fu scritto in clandestinità e contiene frasi e riferimenti che vanno adilà del calcio, è un inno alla squadra ma anche alla libertà del suo popolo, che si raccoglieva intorno ai blaugrana anche come opposizione antifranco. E vedere 100.000 persone alzarsi in piedi e cantarlo tutti con la mano sul cuore e gli occhi lucidi, con la stessa partecipazioe di 30 anni fa, ti emoziona anche se sei tifoso dell’ altra squadra. Bellissimo, veramente non lo dimenticherò mai!
Y ya se comienzò el partido. Loro non hanno cori se non un rudimentale “Barça! Barça!” però in ogni settore hanno orchestrine formate da grancasse e trombe, che ricordano un po’ “Manolo, el bombo de Espana”, quel personaggio che accompagnava la spagna ai mondiali anni ’80 e ’90, forse ve lo ricordate. Beh, tutto l’ insieme, tamburi a ritmo quasi techno, trombette con queste musiche da speedy gonzales e toreri, e il barça che si muoveva con rapidi tocchi tutti di prima, veramente dava l’ idea del partitone di fuoco, della corrida dove il vitello da scannare eravamo noi.
Totore consulta in mano un orologio come un cronometrista ippico, e commenta :” o frà, so 3 minuti c’o Bbarcellona tène o’ pallone! O’ Napule a che ora piglia a’ palla, a mezanotte?”
C.O. si infervora e si radicalizza nelle sue posizioni, rosso in volto e con una giugulare tanta, gli urla: “ Totò, ma allora nunn’he capit niente?! O’Napule sta chiurenn tutt’ e spazije, o’ bbì ca o’ Bbarcellon nun sape cchiù addò adda sbattere a’ capa? IH CHE NAPULE! IH CHE NAPULE!!!”
Eppure, succede…
Cross di Maggio (dai!) tocco di testa di Hamsik (noo, non ci credo!), rovesciata del Matador (non ci posso credereee!!!!) ed è
GOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOLLLLLL!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
GOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOLLLLLLLLLL!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
GOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOLLLLLLLL!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
GOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOLLLLLLLLLLLLLLLLL!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Io e O.C. ci ritroviamo avvinghiati rotolando per non so quanti gradini, in preda a incontrollabili effusioni amorose e lanciando grida udibili dallo sputnik12. Chi ha visto Lavezzi segnare ad Anfield sa cosa si prova. Ma dura poco, perché la manina di mia moglie sulla spalla, forse gelosa del chiattone, mi riporta alla realtà.
La triste realtà. Poi tristissima.
Alla discesa del Pocho che spreca l’ occasione del pari non credevo neanch’io, è un film già visto troppe volte. Poi diventa un film drammatico vietato ai minori, con scene crude di 3, 4 gol presi dal Napoli. Al che questo Totore fa outing: è un fastidioso interista, e inizia a sfottere C.O. tipo “e mò a chi facit trasì, a Lucarelli?” “Uààà Massimo, mò t’ aggia chiamma Messimo!” e altre simili perle d’ umorismo. Ma dico io, tu sei di Napoli, non solo sei interista, ma ti sei dato addirittura il pensiero di trovare volo, albergo e biglietto solo x sfottere i tuoi amici? Ma và, va…. Se avessimo lo stesso orgoglio dei catalani non ci sarebbe gente come Totore!
Toccatomi i nervi, fingo di aver perso le speranze (spero sempre in un clamoroso “fuga x la vittoria”) e salgo più su per vederla finire dall’ ingresso della “boca”. All’ uscita, un distinto gentiluomo partenopeo stringe le mani atutti e dice “complimentos, hombres de otro planeta!” e mi dice che però lui si è divertito a vedere il barcellona. Sarà, ma io se infieriscono sul mio Napoli non riesco a godere del bel gioco, mi faccio solo il sangue amaro. Che poi se vai al Camp Nou per vedere la “malatìa” alla Diego, resti deluso: Il Barça è piuttosto un orologio svizzero con una serie di tocchi di prima dove tutti si smarcano, nessuno sbaglia niente e alla lunga l’ avversario crolla.
Riporto un commento della stampa spagnola che rispecchia il mio pensiero: “el 3-4-2-1 fue un suicidio, porquè la defensa napolitana siempre fue cortada por los lanzamientos diagonales de los blaugrana”. Non si può giocare a 3 in europa. M a lascio a voi i commenti tecnici.
Per il resto non mi cambierei mai con un tifoso blaugrana. Avranno pure alzato 4 coppe campioni, ma certi sacrifici non li capiranno mai, tipo stare accalcati a40 gradi x uno spareggio con la sambenedettese, e le gratificazioni delle vittorie in “zona Napoli” (loro asfaltano sempre tutti…), perciò dedico a tutti noi e alla nostra squadra un verso del nostro inno:
A’ CCHIù BELLA ‘E TUTTE ‘E BELLE
NUNN ‘è MAI CCHIù BBELLA ‘E TEEE!
Sempre Forza Napoli guagliù!!!
Borghetti
25/08/11
Borghetteide al Camp Nou
Pubblicato da Napoli, Birra e Rock'n'Roll alle 15:59 6 commenti
23/08/11
vuelta a la tierra
rieccoci nel torrido precampionato e champions di nuovo pronti a sostenere e a commentare l'unica fede. Cominciamo subito con la "manita" rifilataci dagli extraterrestri. In effetti c'è poco da commentare, si trattava di incontri ravvicinati del tipo proibitivo. Sarebbe fin troppo facile - e quindi fuori luogo - dare addosso a gente come cannavaro perchè non c'era proprio bisogno di questa partita per renderci conto di quanto sia scandaloso, ma forse la cosa è servita a qualcun altro e buon pro gli faccia. Torniamo dunque sulla terra e facciamoci due conti, sempre molto provvisori: ci siamo ben rinforzati a centrocampo, in attacco pare arrivi sto chavez, ma abbiamo bisogno anche di un altro rincalzo all'altezza: non un giovane straniero nè un ottuagenario. Poi, la difesa. Io spero ardentemente che sia fernandez che britos, insieme a ruiz si rivelino alla lunga efficaci, se no quest'anno ci vedo perforabili peggio dell'anno scorso. e con una difesa a tre (di cui uno è cannaguiao) la cosa sarebbe molto compromettente.
Ma appunto, il test di stasera non è attendibile nè tantomeno le considerazioni fatte dopo aver visto la squadra solo in 2-3 occasioni durante la preparazione. Una considerazione invece d'altro tipo la merita il barcelona non già come squadra (e che te lo dico a fare) ma come società e tifo: una partitella con una squadra-parvenu (diciamocelo pure), dopo aver battuto per l'ennesima volta il real madrid, ha visto il camp nou pieno in ogni ordine di posti. pareva una finale di champions. La squadra ha iocato come sa, con nuovi innesti prima e conclamati mostri interplnetari poi. E il pubblico era tutto lì. Fantastico, ragazzi. Fiore ha telefonato dal camp nou dicendoci tra le latre cose che l'organizzazione è stata gentilissima, favorendo l'ingresso delle famiglie con i bambini, i passeggini, ecc.
Ecco la differenza, ed ecco perchè anche se abbiamo fatto la figura degli sparring partner mediocri, questa è stata una gran bella esperienza in un' altra galassia. Restiamo in attesa del reportage di zio fiore, sarà sicuramente molto interessante.
Per il resto: adelante, pensiamo al genoa e alla nostra unica fede, nel bene e nel male! Si ricomincia!
Pubblicato da amolamaglia alle 03:20 1 commenti
Sintesi Barcelona-Napoli
Dopo il ventesimo minuto del primo tempo non abbiamo più visto il pallone: punto.
Pubblicato da Minchiosauro alle 02:11 2 commenti